Ginepro comune
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GINEPRO
Il ginepro (Juniperus Communis) è una pianta che cresce abbondantemente nelle zone aride dei nostri pascoli o nel sottobosco, fino a media o alta montagna anche in zone battute fortemente dal vento.
E’ una pianta a crescita molto lenta ed è molto longeva, può diventare facilmente centenaria.
L’aspetto principale in montagna è di arbusto semi strisciante, dai rami contorti. Le foglie sono aghi molto appuntiti e pungenti, che sembrano proteggere i suoi semi. Si riproduce attraverso le sue bacche (che in realtà si chiamano coccole) che non sono frutti, come potrebbe a prima vista sembrare, sono semplicemente semi ben protetti.
Veniva usato storicamente come protettore e purificatore delle abitazioni e dei suoi abitanti, si usava bruciare i suoi rami davanti all’ingresso di casa e all’interno degli ambienti per proteggere dal maligno. Era la pianta sacra della Dea Istar, potente e temuta, la Dea poteva portare distruzione ma anche amore e conoscenza, andava trattata con il dovuto rispetto e amava i fumi derivanti dai fuocherelli di pianta di ginepro.
Il nome ginepro in greco significa difendere, dai nemici, dagli Dei dispettosi e dalle malattie.
L’uso come protettore dal male risale a tempi lontanissimi della storia dell’uomo, ancora oggi in alcune regioni si bruciano rami di questa pianta per proteggere le stalle e le civili abitazioni.
Si somministrava la birra, prodotta anche con le sue bacche, ai soldati prima che partissero per la guerra, si faceva respirare ai malati di peste.
Veniva considerata una pianta in grado di purificarci, anche dai condizionamenti esterni, in grado di far uscire la nostra vera natura.
Il nome Juniperus probabilmente è legato al sapore aspro delle bacche e deriva dalla lingua celtica, sicuramente venivano già utilizzate dal popolo celtico le sue coccole.
In erboristeria il ginepro è
sempre stato considerato un purificatore e un protettore della
salute. Qui nella nostra regione veniva utilizzato soprattutto per
problemi legati alle vie respiratorie ed all'eliminazione del muco,
ma ci sono testimonianze del suo utilizzo anche come digestivo,
diuretico, carminativo per stomaco e intestino.
In
Valle d’Aosta del ginepro si utilizza tutto. I rami venivano usati
per fumigazioni per combattere raffreddori, mal di gola e malattie
bronchiali, oppure per disinfettare le stalle e le case, soprattutto
se c’era stata qualche malattia all’interno delle mura domestiche
o tra il bestiame. Le foglie spinose sotto forma di decotto servivano
a migliorare la digestione, oppure si applicava il decotto sulla
pelle con eritemi o eczemi. Le coccole (che noi chiamiamo bacche)
sono da sempre un aromatizzante alimentare, si usano soprattutto
nelle cotture delle carni tipo carbonada o stracotto o spezzatino
molto speziato.
Un
altro utilizzo caratteristico in Valle d’Aosta è la dzenevrà, una
sorta di marmellata prodotta a partire dalle sue bacche, la
lavorazione è lunga ma il prodotto che si ottiene è eccezionale per
trattare i problemi invernali a bronchi, gola e polmoni, oltre ad
essere un eccezionale digestivo e carminativo intestinale dopo pasti
troppo abbondanti (e durante l’inverno si sa che questo succede
molto sovente).
I
componenti principali delle coccole di ginepro (parte più utilizzata
in fitoterapia) sono gli oli essenziali (la parte aromatica delle
coccole), a seguire tannini (sapore amaro, aspro e astringente),
acidi e infine una piccola quota di zuccheri e vit C.
Si
utilizzano i semi maturi (le bacche viola) che giungono a maturazione
un anno dopo l’impollinazione, per questo motivo le piante
femminili non hanno semi tutti gli anni ma solo un anno sì e uno no.
I
suoi costituenti rendono questo rimedio un antisettico urinario e
quindi anche antireumatico e ipotensivo.
Ma
l’uso popolare principale rimane la cura dei malanni di stagione
invernali riguardanti la gola ed i bronchi, e l’apparato digerente.
E’
sufficiente raccogliere le coccole mature e farle essicare all’ombra
per la conservazione. Al momento del bisogno si utilizzano, sia in
cucina come aromatizzante, che sotto forma di decotto (far sobbollire
per qualche minuto le coccole in acqua) per aiutare la digestione o
l’eliminazione dei gas intestinali oppure per lenire la tosse.
Per
preparare la tzenevrà bisogna prendere un capiente barattolo in
vetro e mettere uno strato di coccole di ginepro, schiacciate e
pestate, e ricoprire con uno strato di zucchero, via così fino a
riempire il contenitore. Lasciare riposare per una giornata intera e
quindi versare il tutto in una pentola e iniziare una lenta cottura
fino a quando il prodotto non si addensa (parecchie ore). La
consistenza finale è più un denso sciroppo che una marmellata, va
filtrato e quindi messo in barattoli sterilizzati per la
conservazione.
Ottimo
da usare allungato con acqua calda in caso di tosse o raffreddore,
per alleviare i problemi di stomaco, ma è da provare anche in cucina
perchè l’aroma che dà ai cibi è incredibile.
Le
bacche pressate di ginepro possono anche essere messe a fine cottura
in qualsiasi marmellata che si prepara in casa, danno un aroma
inconfondibile e sono sempre balsamiche.
Come
ingrediente per le confetture vanno d'accordo con gli agrumi oppure
le mele, basta aggiungere un po’ di bacche di ginepro pressate agli
ingredienti prima di iniziare la cottura.
Il
Juniperus Communis non va confuso con il Juniperus Sabina. anche
questa pianta è molto presente sul nostro territorio ma le sue
coccole sono assolutamente velenose. La caratteristica del ginepro
sabina è di avere le foglie lisce e senza spine, quindi è molto
facile riconoscerle e non confondere una droga con l’altra.